Dall’innovazione allo stile

In un Mondo sempre più globalizzato i trend di sviluppo, dall’innovazione tecnologica allo stile, sono dettati dalle multinazionali. Chi non investe nell’innovazione, vuoi operando in casa vuoi appoggiandosi a consulenze esterne di provate competenze, è destinato a soccombere.

La pandemia da Covid-19 prima e la guerra russo-ucraina poi hanno confermato quanto siano critici gli attuali equilibri produttivi. Covid-19 ha messo in crisi gran parte delle catene di approvvigionamento mondiali, le cosiddette “supply chain”. Arrivando a fermare produzioni industriali di grande respiro che fino a ieri sembravano invulnerabili a qualsiasi difficoltà. La guerra russo-ucraina ha poi evidenziato quanto sia importante differenziare le fonti di approvvigionamento energetiche e alimentari per non essere succubi dei propri fornitori.


Due trend diversi, ma aventi un denominatore comune. Imprese e nazioni si sono ritrovate infatti a veder rallentati o addirittura fermati i propri sviluppi industriali e sociali causa l’indisponibilità delle materie prime. Trend non dissimile, anche se meno avvertibile, da quello in atto a livello globale per quanto riguarda gli sviluppi tecnologici industriali indotti dal “Green Deal”. Il pacchetto di iniziative varato dall’Unione Europea per avviare l’Unione sulla strada di una transizione verde. Con l’obiettivo di portare a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.


Secondo Corrado Becchio, responsabile Business Development di Italdesign, “il ‘Green Deal’ ha avviato un movimento mondiale che punta a ridurre l’impatto umano sul Pianeta. Giocando soprattutto sullo sviluppo di nuove e sempre più avanzate tecnologie”.

In balia del mercato senza stile proprio

“A guidare tale sviluppo, riprende Becchio, già oggi sono ovviamente le grandi multinazionali. Le uniche realtà imprenditoriali che possono disporre delle ingenti risorse economiche da investire in ricerca e innovazione. Ne deriva che le organizzazioni minori devono vivere di luce riflessa sfruttando soluzioni tecniche messe a punto da altri. Ma utili a mantenere aggiornati e competitivi i propri prodotti. Così facendo però finiscono col dipendere dai rispettivi fornitori. Col doversi confrontare solo a livello economico con una concorrenza spesso avvantaggiata dal fatto di provenire da Paesi in via di sviluppo. Quindi caratterizzati da costi di produzione inferiori a quelli occidentali.


Unica via per evitare che ciò accada è quella di connotare le produzioni con contenuti personali ed esclusivi. Inserendo le più attuali tecnologie oggi disponibili sul mercato in prodotti fortemente caratterizzati a livello di immagine. Il supporto che Italdesign mette a disposizione delle aziende guarda proprio in tale direzione. Nel senso che non si limita ai soli discorsi estetici, ma entra nel vivo di ogni singolo progetto per ottimizzarlo in tutti gli aspetti.


A livello di studi di fattibilità e di progettazione esecutiva in primis. Ma anche in termini produttivi, funzionali ed economici, cercando sempre di caratterizzarlo in termini di contenuti così da renderlo unico e non imitabile sul mercato”.



La personalizzazione ha un costo

“Quando si affronta un nuovo progetto purtroppo è prassi definirne solo i costi vivi, quelli da sostenere in concreto.
In realtà si dovrebbe tener conto anche dei costi occulti. Quelli derivanti da errori indotti dall’inesperienza o da scelte apparentemente corrette ma che in un secondo tempo si rivelano sbagliate.


Grazie a Italdesign tali problematiche sono in gran parte superate. Vuoi perché possiamo portare nei comparti industriali l’esperienza maturata in oltre mezzo secolo di attività svolta nel settore auto, sicuramente uno degli ambiti industriali più innovativi e attenti ai costi di produzione. Vuoi perché possiamo sfruttare un sistema di sviluppo virtuale di tipo predittivo. Ogni aspetto progettuale è quindi analizzato tenendo conto di tutti i suoi risvolti costruttivi, affidabilistici e funzionali. Con il risultato che quando il progetto passa alle fasi realizzative, di prototipazione e, successivamente, all’industrializzazione e alla produzione, i costi di tali passaggi sono drasticamente abbattuti. Unitamente ai tempi di sviluppo.


La domanda vera cui un imprenditore deve rispondere non è quindi ‘quanto costa il supporto di Italdesign’ ma, al contrario, ‘quanto posso risparmiare col supporto di Italdesign’”. Quindi in realtà il design inteso quale stile è solo uno degli aspetti di una moderna progettazione. “Esatto, afferma Nicola Guelfo, responsabile dipartimento Industrial Design di Italdesign, ma non è secondario in quanto permette di personalizzare il prodotto risultando essere anche il primo approccio che si instaura fra il prodotto stesso e il cliente. Purtroppo non tutte le aziende danno il giusto peso allo stile e al cosiddetto ‘brand family.’

Col risultato che si ritrovano a non avere una riconoscibilità forte e caratterizzante nei confronti della concorrenza. Un problema che assilla soprattutto le aziende patronali, molto concentrate sul prodotto e sulla vendita, ma poco attente agli sviluppi innovativi”.

Buon design = buona funzionalità

“Lo stile, prosegue Guelfo, si lega inoltre in maniera diretta alla funzionalità di un prodotto ed è conseguenza dei vincoli tecnici e legislativi in essere. Due esempi in tal senso sono dati dall’esordio dei fari led, che hanno rivoluzionato l’estetica dei musetti dei trattori. Piuttosto che dalla crescita delle potenze installate sotto cofano, che impongono griglie di ventilazione sempre più ampie.

Ne deriva che solo professionisti di settore come sono quelli di Italdesign posso operare con la dovuta competenza integrando peraltro al meglio la propria azione con quelle avanzate dai progettisti del cliente così da dar luogo a una sinergica forma di collaborazione”.

Human Machine Interaction

La cabina di una macchina agricola e industriale rientra sicuramente fra gli elementi progettuali più critici. “Non si tratta solo di definire un’estetica gradevole e coinvolgente, afferma Nicola Guelfo, responsabile dipartimento Industrial Design di Italdesign. Si deve anche creare un ambiente abitativo atto a rendere il lavoro il meno stressante possibile giocando sulla sua silenziosità, sulla visibilità e sull’ergonomia. Senza dimenticare che nel caso delle macchine agricole entra in gioco anche il fattore sicurezza.

Proprio per far fronte a tali condizionamenti Italdesign ha messo a punto soluzioni progettuali di tipo “Hmi”, “Human Machine Interface”. Di fatto dei simulatori super avanzati che permettono di riprodurre sia le azioni cui deve far fronte un operatore sia le visuali di cui gode. Il tutto in maniera semi virtuale. Facendo cioè sedere il conduttore in un posto guida circondato da sistemi di realtà mixata che permettono di verificare il posizionamento ottimale di ogni comando. Senza dover ricorre a manichini basici. Una serie di sensori indossati dall’operatore rileva inoltre ogni suo movimento. Arrivando anche a evidenziare le aree eventualmente illuminate dai proiettori e gli angoli morti di visione. Là dove sarà necessario installare eventuali telecamere per accrescere la sicurezza e la dinamicità del lavoro.

Sviluppo accelerato

Grazie ai sistemi “Hmi” di Italdesign è quindi possibile creare una realtà immersiva che non solo accelera notevolmente lo sviluppo progettuale di una cabina, ma evita che a progetto ultimato e quando si è già in fase di industrializzazione questi riveli criticità tali da costringe a costose e lunghe revisioni.

Il sistema è adattabile a qualsiasi tipo di cabina, dai trattori agricoli ai treni alle gru portuali, solo per fare qualche esempio, e permette anche di testare, sempre per via virtuale, la possibilità di sostituire i classici comandi fisici con azionamento touch, vocali o gestuali, le nuove frontiere della conduzione di macchine”.

Dall’innovazione allo stile

Autore: Redazione

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